martedì 26 settembre 2017

Ansia e attacchi di panico

Una delle problematiche più frequenti di questo tempo è quella legata agli stati ansiosi, che possono riguardare il timore di viversi situazioni di inadeguatezza riferibili in ambito sociale in primis, ma anche ad un pensiero più personale e privato. Si parla di tutta quella gamma di paure che vanno dall’idea di essere costantemente giudicato a quelle di essere anche conseguentemente punito e deprivato di qualcosa.
Non sempre l’ansia sfocia nell’attacco di panico, ma può limitarsi a generare uno stato d’animo angoscioso o un comportamento che comunque compensi quella tensione. Si parla quindi perlopiù delle seguenti problematiche:
Accumulo compulsivo 
Agorafobia 
Anorgasmia
ansia
Ansia da prestazione  
Autolesionismo 
Claustrofobia 
Cleptomania
Disturbi alimentari
Disturbi dell'umore 
Disturbi sessuali
Disturbo ossessivo compulsivo 
Disturbo post traumatico da stress 
Fobie 
Insonnia 
Malattie psicosomatiche
Maternità difficile 
Problemi scolastici 
L’attacco di panico o attacco d’ansia nello specifico è il momento di massima intensità che si può raggiungere durante uno stato ansioso, al punto da coinvolgere anche il corpo con la manifestazione di sintomi quali: vertigini, tremori, sudorazione, tachicardia e soffocamento.
Ma la cosa che più di ogni altra caratterizza l’attacco di panico è una forte sensazione di vuoto e di morte incombente.
L’attacco di panico è un vissuto talmente forte da rendersi esso stesso causa di tensione e paura poiché, apparentemente non si manifesta con segnali anticipatori, né, chi lo vive è in grado di identificarne la causa razionale della sua origine. Per questo chi soffre di attacchi di panico molto spesso vive con l’angoscia dell’arrivo improvviso di questo forte senso di tensione e sprofondo.
In una situazione di sofferenza di questo tipo è difficile riuscire a pensare come e a chi chiedere aiuto e si cerca qualcosa che dia la sensazione di un’immediata risoluzione del problema. L’utilizzo di farmaci ansiolitici è molto diffuso e che sia prescritto da uno psichiatra o da un medico generico cambia poco. Di fatto l’effetto che sortisce questo tipo di rimedio, ha un valore molto relativo dal punto di vista di una soluzione definitiva. Vuol dire che una terapia farmacologica di questo tipo, di fatto rende più “tranquilli”, si ha meno la sensazione di tensione caratteristica di chi ha paura che l’attacco di panico lo colga da un momento all’altro, ma oggettivamente non aiuta a sviluppare un pensiero sulla propria ansia, ma le dà un posto d’onore nella classifica dei “mostri invincibili”.
L’ansia che porta all’attacco di panico è, in qualche modo, segno di una perdita di uno o più punti di riferimento di un certo peso nella propria vita; il farmaco ansiolitico, e chi lo prescrive, diventa un degno sostituto momentaneo di quella certezza perduta. Per questo, già riuscire a dare la … forma di una persona a ques’ancora di salvezza e non investire tutta la propria speranza nel farmaco, è fondamentale.

La psicoanalisi o la psicoterapia psicoanalitica rivestono un ruolo importante in questo senso, dando all’ansia e ai suoi effetti, uno spazio di ascolto e di ricostruzione delle sue origini, necessario per l’attivazione di una funzione della persona di quello che tecnicamente si chiama esame di realtà.

Dubbi

Nell’antica Grecia, la sospensione del giudizio, davanti al dato empirico, era definita Epoché (ἐποχή). Non dare per scontato ciò che sem...